Queste sono due domande importanti per incominciare nel giusto modo uno studio dello strumento. Guardando sul web mi sono ritrovato su due siti molto belli che mi hanno colpito per la loro esauriente esamina del tema e la loro scrittura semplice.
Vi lascio qui due piccoli estratti, buona lettura!
… un amico mi prestò un buon libro! In questo libro erano presenti degli interventi di Howard Roberts, grande chitarrista con il merito di essere anche un grande didatta. Howard, in particolare, ha studiato i meccanismi della mente umana di base allo studio della musica, ed ha elaborato dei suggerimenti per farla rendere al massimo, suggerimenti che sono tutt’ora la mia guida. Ma non ti potrà accadere se seguirai certi consigli. Benché i principi siano quelli esposti da Roberts, mi sono permesso di personalizzarli, visto l’effetto che hanno avuto su di me, e di aggiungerne un paio.
Cosa non studiare
Il punto è quale è l'obiettivo che vuoi raggiungere?
E’ fondamentale averne uno! Vuoi diventare ad esempio
un chitarrista solista di una band? un turnista? un compositore di canzoni
In base al tipo di chitarrista che vuoi diventare, assicurati allora se stai studiando materiale efficace a raggiungere il tuo obiettivo! Devi sempre sapere perché studi quell’ argomento o quel genere di musica. Se qualcuno che stimi ti dice che devi studiare un argomento e tu non ne sei tanto convinto, fermati subito! Chiediti il perché di questa incertezza e poi senza perdere tempo decidi! Se non ti interessa molla; se ti interessa, procedi determinato senza porti altre domande. I dubbi spesso fanno perdere più tempo delle azioni stesse.
Studiare spezzettando?
Fraziona più che puoi! L'eccesso di informazioni porta la mente a fare indigestione e di conseguenza a rifiutare il”cibo” che l’ha avvelenata. E lo fa con dei mezzi molto subdoli. La mente ti fa pensare: "oggi piove, non studio", oppure "oggi sono stanco, oggi devo uscire", ecc.
Invece la verità è che sta...fuggendo da un sovraccarico.
C’è un trucco per evitarlo: quando affronti un nuovo argomento, dividilo in parti minori, creando dei mini argomenti. L’obiettivo è ridurli talmente tanto da rendere impossibile il rischio di sovraccarico.
Risparmiare anni di studio
Studiare concetti nuovi, come l’applicazione di una scala, e studiare l’esecuzione tecnica della stessa scala sono due situazioni cerebrali completamente diverse che vengono allenate da due emisferi diversi del cervello. Per ottenere i massimi risultati e risparmiare anni di studio, occorrono due approcci diversi.
Quando nello studio serve il cervello, fai tante brevi pause.
Quando servono le dita, non fare pause e ripeti, ripeti, il movimento più volte che puoi.
Ottimismo e fiducia in se stessi. Aiutano anche nella musica?
Una delle prime cose che spiego ai miei allievi è di non mettere mai in dubbio la possibilità di riuscire a fare una cosa. Dire “forse ce la farò”, significa ammettere in partenza che consideriamo la possibilità di non riuscire. Quindi, la maniera in cui percepisci te stesso, è strettamente correlata col tuo modo di agire, COL TUO MODO DI SUONARE! Dire a se stessi: "non suonerò mai così", oppure “è troppo difficile”, vuol dire porsi in una condizione di insuccesso!
Filosofia di studio
Studia poco materiale e suonalo alla perfezione. Sii il maestro vivente di quella piccola parte di materiale. Quando tutto è OK, prosegui col nuovo materiale. Ricorda sempre che i grandi maestri della musica professano l’economia del materiale da studiare e riconoscono nella sovrabbondanza un pericolo.
Imparare al meglio. quale è il modo migliore per imparare qualcosa che si sta studiando?
Applicarlo subito nella musica che suoni. Covers, brani tuoi, eccetera. Questo è il modo migliore per imparare e ricordare! Per imparare non ci vuole tanto! E’ mantenere che è difficile! Quanti licks riesci a portare ad alta velocità e dopo due mesi che non li fai non suonano nemmeno se piangi in afgano? Ricordo che su una parete di un’aula del GIT in America c’era una scritta a caratteri cubitali. “If you don’t use it, you lose it“ (se non lo utilizzi lo perdi). VERO!! Un altro classico esempio sono le diteggiature: le studi tutte, ma qualche mese dopo ricorderai solo quelle che usi.
Memoria
Ne disponiamo di almeno due tipi: memoria motoria e memoria dati.
Motoria: riguarda l'allenamento del fisico (in questo caso le dita). La si deve allenare per ore senza
pause, più è meglio è. Dati: riguarda l’acquisizione di dati concettuali. La si deve allenare lavorando in piccoli spazi di tempo (scale, diteggiature, concetti). La nostra attenzione dopo 5, 10, 15 minuti non è più al 100%, tuttavia basta una brevissima pausa per ricaricare le pile completamente.
Segnali che fanno avvertire la stanchezza: si pensa ad altro, si guarda il muro, si esegue il solito vecchio lick.
ROCK GUITAR ACADEMY
Barbara Oakley, docente di ingegneria alla Oakland University e autrice di Learning how to learn (impara ad imparare), un corso online e gratuito sulle tecniche di apprendimento al quale hanno già partecipato più 2,3 milioni di studenti in 200 paesi diversi.
In una lunga intervista recentemente rilasciata a Quartz la Oakley spiega come il suo corso spazi dalle neuroscienze a consigli molto pratici che possono radicalmente cambiare il nostro approccio allo studio.
«La maggior parte delle persone ignora il funzionamento del cervello e non sa come sfruttarne al massimo le potenzialità per imparare in maniera efficiente»A TUTTO POMODORO. Uno dei temi che l’esperta affronta nel suo corso è la tendenza a rimandare: e spiega come uno dei migliori trucchi per riuscire a focalizzarsi sullo studio sia applicare la tecnica del pomodoro, inventata dall’italiano Francesco Cirillo negli anni '80.
Si tratta di dividere la giornata di studio in brevi intervalli da 25 minuti (per misurare il tempo Cirillo utilizzava un comune timer da cucina a forma di pomodoro, da cui il nome). In questo lasso di tempo è facile per chiunque mantenere la concentrazione e dedicarsi intensamente ai libri. Alla fine dei 25 minuti ci si prende un break di 5 prima di ricominiciare.
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